Che prima o poi se ne sarebbe parlato era chiaro a tutti quelli che, fatto il primo Piano di risanamento acustico, e cioè quello che ricade nella zona della movida del centro che fa riferimento al quadrilatero di piazza Muzii, temevano che altri ne sarebbero arrivati per la altre zone della città. E così un nuovo Piano è pronto a essere calato sulla città: è quello per regolamentare la movida a Pescara Vecchia.
La proposta di delibera che lo contiene, in realtà, è datata 1 ottobre 2024 e oggi, 17 aprile 2025, è stata al centro della commissione comunale Ambiente destando voci di contrarietà bipartisan, proprio come successo con il primo Piano di risanamento acustico su cui c’è il ricorso al Tar delle associazioni di categoria la cui discussione nel merito che si sarebbe dovuta tenere il 16 aprile, è stata rinviata al maggio 2026: tra un anno. Una proposta di delibera quella oggetto della discussione cui, in sostanza, manca solo il passaggio in consiglio comunale per l’approvazione e l’attuazione.
Ferma l’opposizione del consigliere Pd Marco Presutti che lamenta, avanzando proposte alternative, come a fronte di quanto successo negli ultimi anni in centro con tanto di ricorsi persi contro i residenti, nulla si sarebbe fatto per le altre zone della città compresa Pescara Vecchia, portando oggi nuovamente a misure drastiche “e forse inefficaci” che arrivano per “l’incapacità dell’amministrazione di gestire anticipatamente la nota dinamica”.
Perplessità le esprime però, e ancora una volta, anche il consigliere comunale di maggioranza Fabrizio Rapposelli (Forza Italia) che quando si votò il Piano di risanamento acustico uscì dall’aula. E’ sulle norme che esistono che chiede oggi, per Pescara Vecchia, di lavorare annunciando di aver già chiesto al sindaco Carlo Masci di concedere deroghe ai locali del centro stretti già nella morsa di un loro piano di risanamento acustico, perché si prolunghi l’orario di apertura durante le festività di Pasqua.
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Quello della movida, insomma è un tema che continua a tenere pienamente banco tra critiche feroci di chi siede tra i banchi di opposizioni e richieste di conciliazione di chi, in maggioranza, chiede di tutelare anche gli interessi delle imprese oltre che quelli, certamente sacrosanti dei residenti. Esposti, va detto, alla fine anche dai residenti di Pescara Vecchia sono arrivati e quell’effetto domino partito dal centro, sembra aver ormai avviato la sua inarrestabile corsa. Una discussione quella sulla proposta di delibera per avere un Piano di risanamento acustico anche per la zona storica della città, che arriva a pochi giorni dalla Pasqua per la quale Rapposelli torna a chiedere deroghe agli orari essendo, per il centro, in vigore la cosiddetta “ordinanza Cenerentola”, ovvero quella con cui si stabilisce che nei fine settimana entro la mezzanotte i tavolini esterni devono sparire e che da quell’ora gli alcolici possono essere somministrati solo dentro i locali.
Le proposte di Presutti (Pd) e la critica “all’incapacità dell’amministrazione”
Se si è finiti a parlare di un Piano di risanamento acustico anche per Pescara Vecchia è perché c’è una “incapacità amministrativa nel governare un fenomeno complesso, ma prevedibile” che si conferma proprio con il nuovo atto che ci si appresta a portare in consiglio comunale
“La proposta di piano – sottolinea riferendosi al fatto che pronta lo è da ottobre 2024 – arriva con sei mesi di ritardo, segno di un imbarazzo e di un’indecisione che stanno costando caro ai residenti e alla vivibilità stessa di una parte pregiata della nostra città”.
“Era chiaro che le restrizioni imposte nella zona del mercato di piazza Muzii avrebbero generato un effetto ‘reflusso’ verso Pescara Vecchia – rimarca Presutti -. Un’amministrazione attenta avrebbe dovuto anticipare e governare questa dinamica, invece di arrivare a proporre soluzioni drastiche e forse inefficaci quando la situazione è già critica, come testimoniato dalle drammatiche esperienze dei residenti ascoltati oggi in commissione, che lamentano non solo il rumore assordante fino a tarda notte, ma anche un crescente degrado e problemi di sicurezza”.
Sbagliato dunque per il consigliere dem “continuare a rincorrere le emergenze” e la soluzione “non può essere un piano di risanamento acustico, peraltro basato su dati forse già datati, che rischia di imporre vincoli senza risolvere il problema alla radice. Serve un cambio di passo immediato”.
Un cambio di passo che può essere quello che lui stesso propone rilanciando un approccio che definisce “più strutturato e proattivo”. Un approccio che passa per inasprimento dei controlli, turno notturno della polizia locale la promozione di un consorzio tra gli esercenti per il consigliere dem.
Per i controlli Presutti sottolinea come “le regole, anche quelle sui limiti acustici e sulla somministrazione di alcolici, già esistono e sono efficaci se applicate. Manca la volontà politica di farle rispettare con controlli sistematici e costanti, soprattutto nelle ore notturne e nei confronti di quelle attività note per operare fuori dalle regole”. Quindi il turno notturno della polizia locale che si chiede da tempo e che mai è stato attivato. Ora più che mai sarebbe necessario, afferma, dato che “non possiamo lasciare i residenti e le attività commerciali rispettose in balia del caos notturno. La presenza delle forze dell’ordine è un deterrente fondamentale”.
Quindi l’idea del consorzio tra gli esercenti che potrebbe essere lo strumento utile a far sì che vi sia una autoregolamentazione fatta di standard condivisi e collaborazione con l’amministrazione e i residenti con l’obiettivo di “migliorare la vivibilità e la gestione della movida”. Esempi positivi in questo senso, precisa, esistono con il consorzio che potrebbe anche far leva sulla vigilanza privata per supportare le forze dell’ordine, garantendo quindi il decoro, ma ancor più prevenire “comportament inaccettabili”.
Una stoccata la riserva anche alla Regione: “se avesse implementato strumenti più strutturati come i Duc (Distretti urbani del commercio), oggi avremmo forse a disposizione un quadro normativo e di supporto più efficace per affrontare queste sfide, ma l’inerzia anche di quell’amministrazione di destra su questo fronte non può bloccare la ricerca di soluzioni praticabili qui e ora”.
L’appello è quindi a una “politica attiva che promuova la collaborazione e la responsabilità condivisa, non solo divieti che rischiano, come già visto, di spostare semplicemente il problema da un’altra parte. L’obiettivo deve essere la convivenza equilibrata, naturalmente nella consapevolezza che il diritto alla salute e al riposo dei cittadini non è negoziabile”.
Rapposelli (FI): “Ci sono le norme applichiamole, intanto le deroghe per Pasqua”
“Prima di approvare un Piano di risanamento acustico molto restrittivo anche per il centro storico di Pescara, che comunque non risolverebbe i disagi esistenti nell’immediato, credo sia più opportuno agire sulla problematica odierna dei rumori ricordando che le norme già ci sono, ma non ci sono i controlli sistematici che potrebbero mettere un punto fermo sulle tematiche in discussione”, afferma quindi il consigliere di maggioranza Fabrizio Rapposelli (Forza Italia).
I problemi della movida “non si risolvono semplicemente con il coprifuoco forzato, ma con il dialogo tra tutte le parti in causa, residenti, esercenti-imprenditori e l’amministrazione comunale chiamata a svolgere il ruolo di mediazione. Soprattutto il Piano acustico non annulla la necessità di emanare un’ordinanza urgente per concedere una deroga agli orari su tutto il territorio cittadino, per permettere ai ristoratori di tenere aperti i locali almeno fin
No dunque alle “generalizzazioni”. Se ci sono locali che le regole non le rispettano compresa quella di non somministrare alcolici ai minotri, questa la posizione, giusto intervenire anche con la polizia locale chiamata a fare “serrati e rigorosi controlli”, ma fare di tutta l’erba un fascio no anche perché il nuovo Piano si baserebbe, denuncia, su misurazioni fonometriche vecchie di due anni.
“Se oggi approviamo il Piano acustico vuol dire che mettiamo una pietra tombale sull’argomento, com’è accaduto per piazza Muzii, e comunque non risolveremo il problema che tra poche settimane si presenterà anche sulla riviera ed è evidente che non possiamo spegnere una città che ha una economia e una vocazione turistico-commerciale”.
“Noi dobbiamo essere in grado di braccare e punire chi sbaglia, non di distruggere un comparto che garantisce lavoro. E a tal proposito torno a chiedere al sindaco Masci e alla sua giunta la firma dell’ordinanza per consentire ai locali di tutta la città di lavorare e restare aperti fino alle due per tutto il periodo della Pasqua – ribadisce -, in deroga ai regolamenti vigenti, per dare una boccata d’ossigeno a una categoria economica che comunque sta soffrendo”.
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