Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) sono stati concepiti come progetto globale per ottenere crescita equa, sostenibilità ambientale e progresso sociale. Tuttavia, quasi un decennio dopo, il mondo sembra rimasto indietro, essendo vicino a raggiungere solo il 17% di tali obiettivi. I progressi su un terzo di essi si sono infatti arrestati.
Il deficit di finanziamento per soddisfare gli impegni degli SDG ammonta oggi a 4,2 trilioni di dollari all’anno; la sola Asia-Pacifico avrà bisogno di altri 1,5 trilioni di dollari all’anno per raggiungere quanto stabilito.
Dove troverà questo denaro? Una risposta potrebbe essere: in chi ne detiene la ricchezza.
Oggi l’Asia ospita quasi il 40% dei miliardari del mondo, con un aumento del 141% del patrimonio netto di questi super-ricchi nell’ultimo decennio. La regione potrebbe attingere a questo denaro per uno sviluppo inclusivo e sostenibile.
Tuttavia, l’Asia fatica ancora a mobilitare questo capitale a causa della diminuzione delle fonti di sostegno dei donatori e di un ambiente di finanziamento frammentato. Questo può mettere a rischio progetti a lungo termine e ad alto impatto.
La sfida è diventata però sempre più pressante con la scomparsa di alcune fonti di finanziamento, come gli Stati Uniti, che hanno tagliato gli aiuti esteri e stanno rivalutando il loro sostegno a cause come il cambiamento climatico. Ad esempio, il ritiro degli Stati Uniti dalla Just Energy Transition Partnership per Indonesia, Vietnam e Sudafrica ha lasciato un vuoto da colmare.
L’Asia deve ripensare urgentemente le proprie strategie di finanziamento per garantire la prosecuzione di programmi sociali vitali, il rispetto degli impegni assunti con gli SDG e il raggiungimento degli obiettivi Net Zero. Senza un approccio strategico che combini ‘philanthropic capital’ e capitale privato, le iniziative più importanti potrebbero collassare.
Ripensare la finanza per gli SDG
L’Asia vanta una ricchezza significativa in termini di famiglie ultra-high-net-worth (UHNW) e high-net-worth (HNW), ma queste risorse non vengono incanalate in modo efficace per sostenere gli SDG.
Ciò non è dovuto a una mancanza di interesse filantropico tra i ricchi asiatici. La prossima generazione di leader, che erediterà grandi ricchezze, probabilmente si concentrerà sulla soluzione di problemi complessi e sull’esplorazione di strategie di investimento olistiche. Sia le sovvenzioni che gli investimenti si considerano sempre di più modi per preservare la ricchezza e allo stesso tempo aiutare la società .
Questo cambio di atteggiamento generazionale offre l’opportunità di pensare in maniera nuova a come la filantropia può guidare il cambiamento, soprattutto perché i fondi per gli aiuti globali stanno venendo meno.
L’Asia deve ripensare il modo in cui impiega la ricchezza. I leader devono superare il tradizionale sistema di sovvenzioni isolate e passare a strategie coordinate a lungo termine. I donatori possono utilizzare i loro fondi filantropici come capitale catalizzatore nei partenariati pubblico-privati, assumendo rischi iniziali, come rendimenti incerti o orizzonti temporali più lunghi, che gli investitori commerciali di solito evitano. Ciò rende i progetti ad alto impatto più attraenti per gli investitori commerciali, sbloccando in ultima istanza bacini di capitale ancora più ampi per il bene sociale.
Questo modello di finanza mista, in cui la filantropia viene utilizzata per attrarre investimenti privati, offre una potenziale soluzione al deficit di finanziamento degli SDG.
Ad esempio, la Temasek Foundation garantisce, riducendone il rischio, prestiti ai piccoli agricoltori nell’ambito del progetto Sustainable Oil Palm Replanting in Indonesia, lanciato nel marzo 2025. Ma si può fare di più.
I governi, insieme alle loro autorità di regolamentazione, devono valutare come semplificare le approvazioni, eliminare le barriere agli investimenti transfrontalieri e ridurre il rischio di investimenti a impatto sociale e ambientale per attrarre capitali privati.
Gli investitori hanno bisogno di maggiore trasparenza e di dati per valutare l’efficacia dei modelli di finanza sostenibile. Informazioni affidabili sui rendimenti finanziari e sui risultati sociali creeranno fiducia in questi investimenti. Gli strumenti digitali possono ampliare l’accesso alle opportunità d’impatto, soprattutto per le giovani generazioni.
Si può così costruire un ecosistema per gli investimenti sociali. Mettendo in contatto diversi stakeholder, promuovendo la fiducia e facilitando le partnership strategiche, sarà possibile convogliare le risorse dove sono più necessarie. Per esempio, l’AVPN ha cercato di riunire i family office di Singapore e i relationship manager delle banche private per mobilitare capitali in Asia.
Sbloccare il potenziale filantropico dell’Asia
L’Asia ha un’opportunità unica di guidare gli sforzi globali per rimodellare la finanza sostenibile. L’imminente Conferenza internazionale sul finanziamento dello sviluppo (FFD4) è un momento chiave per la regione di influenzare il modo in cui il capitale può sostenere lo sviluppo sostenibile in tutto il mondo.
Un ritardo nell’adozione di una riforma normativa e di modelli finanziari innovativi potrebbe comportare la perdita di opportunità in un momento in cui i finanziamenti sono più che mai necessari: l’Asia deve prendere in mano la situazione, non solo aumentando gli investimenti ma anche promuovendo cambiamenti politici che sostengano un impatto a lungo termine.
I modelli filantropici asiatici hanno il potenziale per guidare il cambiamento. Affrontare il deficit di finanziamento degli SDG richiede strategia e collaborazione. Utilizzando la propria ricchezza in modo più efficace, l’Asia può rimodellare la finanza sostenibile e garantire il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo.
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L’articolo completo è stato pubblicato originariamente su Fortune.com
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