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pubblicato l’aggiornamento dei dati di attuazione al 31 marzo 2025. Ritardi gravi e forti preoccupazioni sulle prossime mosse del Governo


Il Governo ha pubblicato l’aggiornamento dei dati sull’attuazione del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza al 31 marzo 2025, come risulta sulla piattaforma ReGis.

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Il sistema ReGiS, sviluppato dalla Ragioneria Generale dello Stato, rappresenta la modalità unica attraverso cui le Amministrazioni centrali e territoriali, gli uffici e le strutture coinvolte nell’attuazione possono adempiere agli obblighi di monitoraggio, rendicontazione e controllo delle misure e dei progetti finanziati dal PNRR.

Ricordiamo che la scelta di quali e quanti dati pubblicare e le modalità di assemblaggio e filtraggio sono il frutto di decisioni assunte unilateralmente dal Governo e dall’autorità preposta alla piattaforma. Ciò spiega, da un lato, il fatto che l’estrapolazione fa riferimento a una data di varie settimane antecedente all’effettiva pubblicazione e, dall’altro, che le informazioni presenti sulla piattaforma sono molte di più di quelle rese pubbliche, al netto dei dati legati alla privacy.

Ribadiamo, pertanto, la necessità di accesso diretto e in tempo reale alla piattaforma ReGiS, a partire dalla tipologia di dati ad oggi pubblicati.

Abbiamo già contestato pubblicamente la propaganda sull’attuazione del PNRR (vedi la sesta relazione al Parlamento) che, secondo il Governo, andrebbe a gonfie vele e senza particolari problemi, evidenziando: il pesantissimo ritardo nell’andamento della spesa; il tentativo di far fallire o riorientare alcuni interventi previsti originariamente dal Piano (caso emblematico i Piani urbani integrati per il superamento degli insediamenti abusivi in agricoltura); il numero rilevante di progetti di cui non è affatto chiaro lo stato di attuazione; la forte opacità e lentezza nella pubblicazione dei dati; ecc.

Abbiamo denunciato in tutte le sedi le modalità proprietarie con cui l’attuale esecutivo sta attuando l’intero Piano, considerando il confronto con le parti sociali, e in particolare quelle sindacali, non solo un inutile orpello ma un ostacolo alla realizzazione del PNRR. Delle riunioni della cabina di regia nazionale si hanno notizie dai brevi resoconti sul sito del Governo, corredati da numerose foto dei partecipanti. Le Organizzazioni sindacali non sono più state convocate da dicembre 2023. Senza parlare degli incontri in cui si annuncia l’utilizzo di risorse PNRR per l’ennesima ondata (14 miliardi) di incentivi alle imprese, senza una visione chiara dello sviluppo del Paese durante la tormentata fase che stiamo vivendo sul piano nazionale e internazionale.

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Ricordiamo che nell’ambito delle proposte di modifica delle disposizioni normative sulla revisione intermedia della politica di coesione (MTR), attualmente in discussione nel Parlamento Europeo, è previsto che gli Stati membri e le regioni, al momento della riprogrammazione, possano:

  • identificare entro giugno 2025 i progetti nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), che rischiano di non essere completati entro agosto 2026;
  • proporre il loro spostamento in programmi finanziati dal FESR/FC.

Pertanto, le possibili modifiche di tali programmi nell’ambito dell’MTR potrebbero tenere conto di questi progetti.

Le conseguenze di questa eventuale scelta non sono chiare. La più probabile è che la riduzione del finanziamento complessivo del dispositivo RRF, crei una provvista economica utilizzabile per le politiche di riarmo. In Italia, tenuto conto delle risorse del PNRR ancora da ricevere (attualmente oltre 72 miliardi), tale “tesoretto” potrebbe assumere dimensioni imponenti.

Di seguito una sintesi dei principali dati pubblicati.

Come è noto, complessivamente il PNRR prevede risorse per 194,415 miliardi di euro (il finanziamento europeo è di 194,381 miliardi).

La spesa PNRR dichiarata al 28 febbraio è pari a 65,724 miliardi di euro, il 33,81% (il 31 ottobre la spesa era 58,604 miliardi). I pagamenti PNRR effettuati al 31 marzo 2025 sono pari a 64,371 miliardi (al 13 dicembre 2024 erano 57,503 miliardi).

La spesa dichiarata viene imputata mensilmente dalle Amministrazioni titolari e registra l’avanzamento finanziario aggregato delle singole misure del PNRR. I pagamenti rappresentano le spese sostenute dai Soggetti attuatori per le attività realizzate (o da realizzare in caso di anticipi) a costi reali o a costi standard.

I progetti censiti sono 284.066. Di poco meno di 11 mila progetti le amministrazioni competenti non hanno indicato la fase dell’iter di attuazione e di 876 non è stata avviata alcuna fase. I progetti censiti prevedono fondi PNRR per 157,389 miliardi di euro e mobilitano risorse comprensive di altre fonti di finanziamento pari a 212,657 miliardi di euro.

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Le procedure di gara bandite con Codice Identificativo di Gara (CIG) al 31 marzo 2025 sono in totale 184.266 per un valore, comprensivo di tutte le forme di finanziamento, di quasi 153 miliardi di euro. L’importo complessivo delle aggiudicazioni è di circa 111 miliardi. Oltre 131 mila gare sono state assegnate mediante affidamento diretto.

Per la prima volta vengono pubblicati i dati relativi alle risorse del bilancio dello Stato riguardanti i progetti fuoriusciti dal PNRR a seguito della decisione di esecuzione del Consiglio UE – ECOFIN dell’8 dicembre 2023 – che ha definanziato totalmente o parzialmente alcune misure PNRR – finanziandole con risorse nazionali.

Le risorse sono quelle individuate con il Decreto-Legge 19/24.

I progetti monitorati sono 2.894, di cui 2.270 relativi agli “Investimenti in progetti di rigenerazione urbana volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale” (finanziamento PNRR: 2 miliardi; finanziamento bilancio dello Stato: 2,222 miliardi; finanziamento totale: 5,044 miliardi) e 608 relativi ai “Piani urbani integrati – progetti generali” (finanziamento PNRR: 900 milioni; finanziamento bilancio dello Stato: 1,504 miliardi; finanziamento totale: 2,862 miliardi).

 



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